La Parrocchia
TRA STORIA E CRONACA
La nascita dei primi luoghi francescani nella zona fra il fiume Tronto e l’Aso risale al finire del secolo XIII quando contava la presenza di ben 19 conventi che formavano la “Custodia Ascolana”.
In questa zona fu eretto un castello: il “castrum sancti Benedicti ad Albulam” (oggi San Benedetto del Tronto) che fungeva da vedetta sul mare e soprattutto sulla via tra Fermo ed il Regno di Napoli, posto com’era tra il castello di Sant’Andrea (Cupra Marittima) e quello di Sculcula (Porto d’Ascoli): Sculcula, in longobardo, significava appunto un posto di guardia.
Il castrum sancti Benedicti rimase per molti anni un piccolo castello di scarsa importanza militare e commerciale e solo nel XX secolo San Benedetto, grazie allo sviluppo venuto dal mare dove operavano quasi tutti i sambenedettesi, diventa più vivace ed operoso. In questi anni San Benedetto registrò un forte incremento demografico e commerciale grazie alla novità dei motopescherecci; alla sistemazione del porto, della via nazionale e della ferrovia ed al fiorente commercio ortofrutticolo.
Della presenza dei frati francescani avvertirono il bisogno i nostri antenati del ‘600; lo avvertì nuovamente il Vescovo diocesano Mons. Luigi Ferri che, durante il suo episcopato (1924-1946), potè finalmente averli anche a San Benedetto. Infatti i Frati Minori Conventuali decisero di aprire un loro convento a San Benedetto del Tronto ed il 28 ottobre 1939 acquistarono una vecchia casa al n. 37 di via Aprutina (oggi Silvio Pellico) ed un appezzamento di terra limitrofo.

I primi frati giunti a San Benedetto furono Padre Luciano Lelii, Padre Giuseppe Forieri e Padre Angelo Trucchia ai quali si aggiunse, poco dopo, Padre Giovanni Marinelli che si sistemarono francescanamente in quella che oggi avremmo definito una catapecchia umida e quasi indecente.
In attesa della costruzione della nuova chiesa, i religiosi iniziarono a svolgere le funzioni liturgiche – Messa e Benedizione Eucaristica – al primo piano di un magazzino poco distante, gentilmente offerto dalla famiglia Vitellozzi.
Il 10 dicembre 1939, festa della Madonna di Loreto e patrona dei Conventuali delle Marche, fu posta la prima pietra dell’erigendo tempio i cui lavori ebbero inizio il 29 gennaio 1940.
Il 10 giugno successivo fu benedetto ed aperto al culto il “Baraccone” che doveva fungere da chiesa.
Nel frattempo la guerra sconvolgeva l’Europa ed arrivava anche nella nostra città. In questo brutto periodo i frati francescani non cessarono mai di rendersi utili alla popolazione con l’apostolato della predicazione, della confessione e la creazione di gruppi impegnati come la Schola cantorum, il Terz’Ordine e la Milizia dell’Immacolata.


Dopo l’arrivo degli alleati la vita riprende pian piano e si riprendono i lavori della chiesa sviluppando ed ampliando il vecchio “Baraccone”; negli anni successivi un muro divisorio viene intanto innalzato tra la parte vecchia e la parte nuova della chiesa, aperta al culto con benedizione del Vescovo Mons. Vincenzo Radicioni il 21 marzo 1953 dedicandola al Sacro Cuore di Gesù.
Nel frattempo i Frati Minori Conventuali rivolsero il loro impegno sociale anche in altri servizi: dall’”Asilo – Scuola materna” (1952-1971) all’”Istituto Tecnico Commerciale” (1952-1969) dal “Convitto maschile” (1956–1968) al “Centro di Addestramento Professionale” con corsi di dattilografia, contabilità, ecc..
Contemporaneamente fu avviato un vivace e rumoroso “Oratorio” pieno di figli del popolo, accaniti giocatori di pallone, animato dall’instancabile ed indimenticabile Fra Emilio Ricci.
Nel 1957 fu eretta la Parrocchia intitolata, per volontà del Vescovo, a S. Antonio di Padova che abbracciava una vastissima zona (dal centro di San Benedetto fino al quartiere Ragnola); territorio che – in seguito – fu ridimensionato per dare spazio alle confinanti Parrocchie di S.Giuseppe e di S.Pio X.
Primo parroco fu Padre Giuseppe Di Mattia (1957-1958).
Successivamente con il nuovo Parroco Padre Oscar Serfilippi (1958-1970) si decise di concludere i lavori della chiesa che fu aperta al culto il 13 giugno 1967 (festa di S.Antonio) e consacrata l’8 aprile 1968 dal Vescovo diocesano Mons. Vincenzo Radicioni.

Negli anni successivi la chiesa venne abbellita e definita nelle sua varie parti rendendola un vero e proprio tempio di fede e di preghiera.
L’impegno pastorale dei francescani non trascurò la fascia litoranea, fitta di alberghi e pensioni, brulicante di turisti nel periodo estivo. Venne così realizzata sul lungomare un’artistica chiesetta in legno pregiato (agosto 1967). Questa cappella, dedicata all’Immacolata, è luogo di preghiera e di raccoglimento per quanti la frequentano durante l’anno e per i numerosi turisti che, nel periodo estivo, vi sostano per un momento di preghiera e di raccoglimento.
Lungo la via Aprutina (oggi Silvio Pellico) esisteva una piccolissima cappella dedicata a S. Antonio da Padova la cui devozione era fortemente sentita e coltivata dagli abitanti del luogo.
Oggi di questa cappella rimangono la statua del Santo e pochi reperti originali (la campana e le pietre che formano il frontale) che sono stati ricomposti all’interno dell’area verde intitolata a Papa Karol Wojtyla.
QUALCHE NOTIZIA...

La Parrocchia S. Antonio di Padova è affidata, fin dalla sua costruzione (1957), alla cura pastorale dei Frati Minori Conventuali.
La Parrocchia oggi abbraccia il territorio compreso tra le Vie Simone Formentini e Cadore a nord, Gabriele Voltattorni e Albio Tibullo a sud, le colline con il ”Monte della Croce” ad ovest ed il Mar Adriatico a est.
IL MONTE DELLA CROCE – ‘ Una grande Croce luminosa svetta da un monte che prende il nome proprio da questo simbolo cristiano e che, precedentemente, era noto come il Monte Sereno o il Monte Aniceto. Infatti con la morte di tal Aniceto Merlini, precipitato dal monte Sereno (22 Dicembre 1822), quell’altura venne identificata dai Sambenedettesi come ”lu monte di neceto” (il monte di Aniceto) o ”lu monte di muscio” dal soprannome di quel protagonista.
Nel Gennaio del 1901, sul prolungamento di quel monteverso il mare, venne issata questa grande croce, costruita dal locale fabbro Nazzareno Bruni, che presto venne ad essere un forte riferimento per i sambenedettesi, oltre a rappresentare anche il forte senso protettivo che il popolo, marinaro e rurale piegato dal duro lavoro, ricercava volgendole lo sguardo.
La Croce venne issata in ricordo dell’Anno Santo 1900 – il XXII giubileo sotto il papato di Leone XIII – ed in seguito alla ”missione” predicata dai Passionisti, per volere del parroco della Madonna della Marina, Mons. Francesco Sciocchetti. Venne organizzata una raccolta alla quale il popolo aderì con esultanza. Da allora ogni 3 di Maggio (data che ricorda proprio il ritrovamento della Croce di Cristo) i Sambenedettesi erano soliti recarisi su quel colle, nei pressi della Croce in segno devozionale. Nel 1944 venne fatta saltare in aria dai militari tedeschi, perchè ritenuta identificativa per gli alleati che, dall’alto, bombardavano ripetutamente la città. Ma il 27 Luglio del 1947, durante i primi festeggiamenti post-bellici della Madonna della Marina, per mano del capomastro Raffaele Gentili, quella Croce, recuperata alla simbologia della nostra città, tornò ad essere meta di nuovi pellegrinaggi.
In occasione della Festa della croce del 3 Maggio 1975, ad opera del circolo dei Sambenedettesi, che la fece restaurare ed illuminare, questo Sacro Simbolo è stato definitivamente restituito alla cittadinanza. ‘
FONTE : pagina 47 del libro ”San Benedetto del Tronto Città Adriatica d’Europa” di Giuseppe Merlini – edizione Gennaio 2005
LA PARROCCHIA, COMUNITA’ ”CHIAMATA” E ”CHIAMANTE”
”La chiamata alla fede non si rivolge alla folla, ma a ciascun uomo che è nella folla” (Jean Sullivan)
Una vera comunità di credenti in Cristo che cammina alla sua sequela, svela ad ogni persona la sua più alta vocazione di figlio di Dio. Camminando nella fedeltà e nell’amore, diviene terreno fecondo, ”luogo in cui la crescita nella fede sboccia nella scelta matura della propria vocazione”. (Il volto vocazionale della Parrocchia in un mondo che cambia, CNV, Roma 2004) La Parrocchia stessa, allora, diventa adulta nella fede, uno splendido giardino con una ricchissima varietà di fiori. E’ proprio ciò che è avvenuto nella nostra Comunità Parrocchiale che, negli anni trascorsi, ha visto fiorire numerose vocazioni alla vita consacrata e sacerdotale, in diverse congregazioni e famiglie religiose.
Ne facciamo qui memoria, ringraziando il Signore di questi bei doni.
- Sig. Nello Giostra (1920/2012) – all’età di 26 anni aderiva alla proposta di Don Giovanni Rossi, fondatore in Assisi della comunità ”Pro Civitate Cristiana”, diventando ”Volontario” e dedicandosi totalmente alla ‘ricerca” di Dio. La ”Pro Civitate Cristiana” – detta anche ”La Cittadella” – è stata fondata, nel dicembre 1939, da Don Giovanni Rossi (1887/1975) con un gruppo di laici suoi collaboratori con lo scopo di annunciare Gesù Cristo e il suo messaggio. Ciò avviene si aattraverso una evangelizzazione diretta, sia un’opera di mediazione culturale secondo lo stile del fondatore: ”creare più che opere ponti, più che prediche dialoghi, più che rimpianti, nuove prospettive di libertà, di pace e di giustizia”.
- Suor Chiara Cristiana (al secolo: Elia Ferrari) – nel 1969 entrava nel monastero delle Clarisse ”S. Chiara” di Urbino dove tutt’ora vive la sua vita contemplativa in clausura.
- Suor Francesca (al secolo: Alberta Cocci) – il 12 Agosto 1973 entrava nel Monastero delle clarisse ”S. Chiara” di Montalto delle Marche dove tutt’ora vive la sua vita contemplativa in clausura. Altre notizie : vestizione 11 Febbraio 1974; professione temporanea 16 Febbraio 1975; professione solenne 3 Aprile 1978. Ha coperto l’incarico di Presidente della Federazione ”Santa Chiara d’Assisi” delle Monache Clarisse Urbaniste d’Italia dal 1989 al 2001.
- Padre Roberto Brunelli (OFM conv) – nato a S. Benedetto del Tronto il 6 Novembre 1963. Entrato nell’Ordine di Assisi il 19 Settembre 1988; professo temporaneo a Osimo il 28 Agosto 1991; professo ad solenne a Urbino il 10 Ottobre 1998; ordinato sacerdote a S. Benedetto del Tronto l’ 8 Luglio 2000. Dal 2009 è in Osimo redattore di ”Donare Pace e Bene”, rivista del Santuario San Giuseppe da Copertino.
- Don Armando Guido Moriconi (sacerdote diocesano) – nato a S. Benedetto dle Tronto il 19 Gennaio 1969 ed ordinato sacerdote il 24 Aprile 1999. Attualmente è Parroco della basilica Cattedrale S. Maria della Marina di S. Benedetto , Giudice presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale Piceno ed Insegnante di Religione Cattolica.
Siamo allora invitati ad accompagnare con l’affetto e la preghiera queste nostre sorelle e nostri fratelli, sapendo di essere una comunità in cammino che risponde alla sua vocazione. Anche noi, da persone ”chiamate”, diveniamo ogni giorno ”chiamanti” alla fede, per i nostri fratelli.
Al Signore Gesù, che chiama ognuno di noi a donare la propria vita per amore, chiediamo la grazia di testimoniare la bellezza del suo Vangelo. La Parola di Cristo infatti, accolta con convinzione, porta ciascuno di noi a scoprire o inventare i modi per essere nel mondo testimoni di verità. Da questa scoperta ciascuno di noi impegna la sua vita, le doti e le capacità ricevute, in attività materiali o spirituali che trovano nella Parrocchia , ma non solo, il luogo dove realizzare quanto può essere il bene per la Comunità. E’ questo il motivo per cui invitiamo ciascun credente ad essere operattore attivo nella realtà della Parrocchia condividendo i doni che ha ricevuto. Se sei interessato a questa proposta ti invitiamo a contattare direttamente il Parroco Padre Massimo Massimi.
DELLA PARROCCHIA S. ANTONIO DI PADOVA FANNO PARTE :
- La Cappella dell’ Immacolata
Fin dal primo momento, la venuta dei frati in questa città è stata caratterizzata dal desiderio di incontro e di servizio della gente. Con questo spirito i frati non hanno voluto far mancare la loro presenza tra coloro che trascorrono un periodo di vacanze sul nostro litorale. E’ sorta così, sul lungomare, una Cappella dedicata all’Immacolata.


Tale luogo è subito diventato un apprezzato punto di incontro e di preghiera sia per i residenti che per i turisti. Nei mesi di Luglio e Agosto, oltre alla celebrazione quotidiana della S. Messa, si svolge dalle ore 21:30 alle ore 22:30 dal lunedi al venerdi l’Adorazione Eucaristica; momento questo molto gradito dai turisti che volentieri interrompono le loro passeggiate serali per sostare in silenzio davanti al Signore.
- L’ Edicola di Sant’ Antonio di Padova
Sul finire del XIX secolo lungo la statale Adriatica, all’altezza dell’attuale zona Cerboni, esisteva una piccola chiesa dedicata a S. Antonio di Padova che serviva come ristoro per i viandanti che percorrevano quella strada. In data 17 Marzo 1826 tal Domenico Antonio del fu Savino Novelli, vedovo di donna Francesca Merlini, destinava, dietro testamento, un terreno di sua proprietà alla Parrocchia di S. Maria della Marina. Il terreno situato lungo la strada in direzione sud, veniva donato alla Parrocchia purchè il Curato avesse celebrato tre Messe cantate a suffragio dei coniugi Novelli, quando anche il donatore fosse passato a miglior vita.


Il 5 Aprile 1827 moriva Domenico Antonio Novelli di 79 anni e la Chiesa della Marina entrò in possesso dell’appezzamento di terreno. Successivamente, nella seconda metà del XIX secolo, vi si edificò una piccola ma graziosa chiesa dedicata a S. Antonio , utilizzando per la facciata sostanzialmente due tipi di materiali : la cosiddetta ‘pietra di Manoppello’ (un’arenaria tenera facilmente lavorabile, di colore giallognolo, che prende il nome dalla località abbruzzese presso cui viene estratta) e una roccia sedimentata di natura calcarea, simile al travertino, per la parte superiore corrispondente alle tre guglie.
Intorno al 1970 questa piccola chiesa venne demolita ma si ebbe cura di classificare e numerare le pietre che ne costituivano la facciata principale. La facciata oggi è ricostruita e riassemblata e si trova ubicata, come edicola decorativa, nell’area verde ”Karol Wojtyla” (Via Toscana), poco distante da dove sorgeva. Questa edicola, fortemente voluta dal Comitato di Quartiere S. Antonio, è stata inaugurata – anche se priva dei pezzi più belli come il rosone e le colonne che sono state trafugate – in occasione della festa di S. Antonio di Padova del 13 Giugno 1999.
- La Chiesa di Santa Lucia
E’ una piccola e modesta chiesetta rurale, tanto cara ai Sambenedettesi, dedicata alla martire siracusana morta nel 304 d.C.
L’attuale edificio che è a pianta rettangolare con muratura in laterizio, venne costruito sul finire degli anni settanta del XVIII secolo da Bernardino di Domenico Voltattorni. Ma una costruzione più antica dedicata alla medesima Santa doveva trovarsi già collocata più internamente, nei pressi del Fosso delle Fornaci, e sarebbe stata distrutta in occasione della costruzione della nuova.

I rettori della chiesa venivano nominati fino al 1781 direttamente dal Vaticano, poi dall’Amministrazione del Capitolo Lateranense. L’ultimo di nomina vaticana fu Don Domenico Voltattorni, figlio di Bernardino e fratello di un altro sacerdote, Don Carmine Voltattorni. I Sambenedettesi sono da sempre soliti visitare il tempietto e la campagna circostante nel pomeriggio di Pasqua o comunque all’aprirsi della Primavera.
Dal nome della chiesa è derivato il toponimo della contrada, ove, da epoca memorabile, il 13 Dicembre si svolgeva la fiera omonima che richiamava l’intera popolazione della Provincia. Dopo l’unificazione d’Italia la fiera venne trasferita all’interno del casato urbano di S. Benedetto. Da una decina di anni, la fiera in onore della martire siracusana è stata solennemente rilanciata e si svolge all’interno del centro cittadino. Da quell’epoca la chiesa ed il territorio circostante hanno perso quell’importanza avuta per molto tempo nella vita popolare locale. Da ciò è derivato un totale abbandono del tempietto, lasciato in balia di sottrazioni che hanno risparmiato solo l’immagine della Santa Protettrice, fino a che il locale Circolo dei Sambenedettesi ne ha promosso il restauro donandolo poi alla Diocesi. La Chiesa di S. Lucia è stata inaugurata e riaperta al pubblico il 13 Dicembre del 1990.
Questa chiesa si presenta di media grandezza e, al pari di ogni oratorio di campagna, ha un piccolo campanile a vela provveduto di campanella. Sulla facciata principale è posta una lapide, fra lo stemma Papale e il lateranense, che recita: ”Bernadinu Voltaturno Sanct. Lucie Erexit Ex. Rog. Giunchini Sub Die 18 8bris 1776”.
FONTE : pagina 47 del libro ”San Benedetto del Tronto Città Adriatica d’Europa” di Giuseppe Merlini – edizione Gennaio 2005
